La bolla di vita

Dove sono tutti?
Chi di noi non ha mai pensato ed espresso, più o meno apertamente: "Sono certo che ci sia vita nello spazio, di sicuro esistono gli alieni." È un pensiero abbastanza logico e razionale, dopotutto nell'universo, grande 100 miliardi di anni luce, e che contiene 2000 miliardi di galassie con chissà quante stelle e tutti i relativi sistemi planetari, ci sarà pur qualcuno oltre a noi...


Negli anni sessanta addirittura un astronomo formulò una famosa equazione, l'equazione di Drake, che dimostra dal punto di vista statistico quante civiltà possono esistere nella nostra galassia:
N = R x FP x NE x FI x FC x L
che significa, banalmente, che il numero di civiltà N è dato dal tasso di formazione stellare R per la frazione di stelle con pianeti FP per il numero di pianeti vivibili NE per il numero di pianeti in cui si è realmente sviluppata la vita FL di cui vita intelligente FI con tecnologie capaci di trasmettere FC e infine la durata stimata di queste civiltà L.
Quindi davvero semplicissimo, e chiunque capisca vagamente qualcosa anche solo di aritmetica comprende al volo che basta mettere un po' di numeri a caso dentro la moltiplicazione ed il risultato finale (quindi N, cioè il numero di civiltà) diventa davvero alto.
Ma se uno solo di tutti quegli strani valori fosse zero? Ricordiamo che qualunque numero moltiplicato x 0, dà 0?

Dove sono tutti?
Possono essere tantissimi là fuori, verissimo. Ma per davvero, anche matematicamente e statisticamente, può non esserci proprio nessuno.
La NASA ha analizzato e sta studiando ogni giorno migliaia di esopianeti (pianeti esterni al sistema solare) e nessuno di essi per ora si è dimostrato non solo con una possibile popolazione, ma addirittura nemmeno abitabile. L'unica porzione di universo abitabile e vivo che conosciamo, ad oggi, esiste in uno spessore di circa 20 km sulla porzione esterna di un pianeta piccolino che ruota attorno ad una stella piccolina in un braccio laterale di una delle migliaia di milioni di galassie. E pensate un po' quale fortuna incredibile ci è toccata: in quello spessore di 20 km esistiamo noi!
La vita, nel cosmo, per ora sappiamo che esiste e prospera solo dai 10000 metri sotto i livelli del mare terrestre ai 10000 metri sopra il livello del mare terrestre, in questa "buccia" sottilissima di un pianeta chiamato Terra.
Fine.


La vita potrebbe non esistere in nessun altro luogo. E se per caso esistesse, sarebbe sicuramente così lontana da noi che il nostro cervello animale farebbe difficoltà a capirne l'effettiva distanza.
Qui sulla Terra la vita non solo esiste da milioni di anni e prospera, ma ha modificato e plasmato il pianeta stesso: dalle falesie continentali al travertino, tutte formate dall'accumulo di alghe, alla pirite che deriva dal solfato prodotto da batteri, dai giacimenti di petrolio che esistono grazie a milioni di animali morti tanti anni fa, alla muraglia cinese e la barriera corallina australiane ben visibili dallo spazio.
La vita è nata sulla Terra e ha modificato la Terra, rendendola realmente un unico organismo vivente che qualcuno ha deciso di descrivere con il nome di Gaia.
In questo miracolo dell'universo un bel giorno, nemmeno troppo tempo fa, comparve una scimmia con un cervello molto grosso e pesante, l'Homo Sapiens. Quella scimmia, giovane e arrogante, è riuscita in poche migliaia di anni a convincersi fermamente di essere la specie dominatrice di Gaia, con due ferme convinzioni:
1- siamo i più numerosi
2- siamo i migliori

Analizziamo i 2 elementi.

1- Noi uomini siamo 7 miliardi e mezzo, entro il 2030 arriveremo a 10 miliardi, un numero niente male. Ma sulla Terra esistono 550 gigatoni di massa vivente (un gigatone è uguale a un miliardo di tonnellate) di cui 12 gigatoni di funghi, 450 di piante e 2 di animali. Tra gli animali, di cui metà del peso è dato dagli insetti, l'uomo rappresenta 0,06 gigantoni, quindi un decimillesimo del totale della vita. In sostanza, ben poca roba.

2- Siamo i migliori perché il nostro cervello ci permette di fare cose che tutti gli altri esseri viventi nemmeno immaginano. Vero. Ma cosa vuol dire realmente essere migliori? La cosa più rara ed importante dell'universo è la vita, lo abbiamo detto, quindi essere “migliori” significa essere quelli che vivono in modo eccellente, e magari più a lungo. Una farfalla è stupenda e colorata, vola leggera di fiore in fiore, ma vive una giornata, chi di noi pensa sia migliore? Non è forse meglio una tartaruga, che arriva a vivere 100 anni, tranquilla e rilassata?
Quindi se la vita prendesse forma e corpo, diventasse una signora anziana, sdentata e rugosa, con la voce dolce e lo sguardo pieno di amore, e un nipotino con un gelato in mano andasse a chiederle "Nonna Vita, cosa vuol dire essere migliore?" lei forse risponderebbe semplicemente "Il migliore è colui che vive meglio".
Il signor Darwin diede la sua interpretazione sostenendo che l'organismo migliore è il più adatto a sopravvivere. Ci sono piante che esistono da 350 milioni di anni, il ginkgo biloba cinese per esempio, o animali che esistono da 16 milioni di anni, lo squalo bianco, chiedete ora a qualunque persona di oggi, convinta come tutti di essere parte della razza migliore: come vedi l'umanità tra 100.000 anni? La risposta comune di tutti noi fa capire quanto realmente pensiamo di essere i migliori.

"Possiamo essere ambientalisti, fricchettoni, verdi, mistici, materialisti, religiosi, atei, anarchici ma su una cosa siamo tutti d'accordo: siamo migliori di scimmie, mucche, felci, albicocchi, funghi e batteri. Grazie al nostro possente encefalo, non abbiamo forse dipinto la Cappella Sistina, scolpito la Venere di Milo, ideato la teoria della relatività, scritto la Divina Commedia, costruito le piramidi e ragionato sulla nostra esistenza? Quale altro essere vivente sarebbe in grado di fare qualcosa di simile?
Il nostro grande cervello, di cui siamo così orgogliosi, è stato in grado di produrre, oltre alla Divina Commedia, anche una serie di innumerevoli pericoli che in qualunque momento potrebbero spazzarci via dal pianeta. Così le scimmie, le mucche, le felci, gli albicocchi, i batteri, le muffe continueranno ad estinguersi soltanto in coincidenza di catastrofi apocalittiche, mentre noi rischiamo in ogni momento di scomparire. E se svanissimo domani, tra 1000 o 100.000 anni, in altri 100.000 anni, cosa rimarrebbe della Cappella Sistina, della Venere di Milo, della teoria della relatività, delle piramidi e di tutti i nostri ragionamenti? Nulla." 

Stefano Mancuso - "La nazione delle piante".
 


Siamo immensamente fortunati, non mi stancherò mai di ripeterlo e pensarlo, viviamo nell'unica bolla di vita conosciuta. Tentiamo e sforziamoci di scegliere tutte le nostre azioni basandoci su questa consapevolezza.